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Intervista ad Alessandro Mori – Architettura come cura dello spazio (e delle persone)

  • Immagine del redattore: Laura Orlovic
    Laura Orlovic
  • 14 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Architetto Alessandro Mori - il nostro co-founder
Architetto Alessandro Mori - il nostro co-founder

Come è nata la tua passione per l'architettura? È nata quasi senza accorgermene. Fin da piccolo ho sempre avuto una curiosità per lo spazio: come si costruisce, come si abita, cosa comunica. Crescendo, ho capito che l’architettura non è solo disegno o tecnica: è un modo per migliorare la vita delle persone, partendo dai luoghi che abitano ogni giorno.


Com'è nato EmmePi Architettura? EmmePi è nato da un’intuizione condivisa con Tiziana: volevamo creare uno studio che unisse visione, metodo e una grande attenzione al cliente. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di non essere solo “architetti che disegnano case”, ma accompagnatori di processo, con un approccio concreto e umano.


Qual è il tipo di progetto che ti entusiasma di più? Mi appassionano molto le ristrutturazioni dove c’è da rileggere uno spazio esistente, capire cosa tenere e cosa trasformare. È come un dialogo tra passato e futuro. Amo anche i progetti residenziali personalizzati: quando ci si siede al tavolo con il cliente e si costruisce insieme un progetto su misura, che parla davvero di lui.


In studio parlate spesso di “progetto che nasce prima del cantiere”. Cosa significa? Significa che ogni progetto ha bisogno di tempo per essere pensato bene. Per noi il book di progetto è uno strumento fondamentale: mette ordine tra i desideri del cliente, le soluzioni tecniche e il budget. Quando tutto è chiaro su carta, il cantiere diventa fluido, senza sorprese. È un po’ come partire per un viaggio con la mappa già tracciata.


Come affrontate il tema della sostenibilità? In modo pratico. Per noi sostenibilità significa progettare case belle, efficienti, e che consumano meno. Usiamo spesso pompe di calore, impianti radianti, fotovoltaico, e materiali naturali. Ma soprattutto, progettiamo spazi che durano nel tempo: sostenibilità è anche evitare il superfluo e costruire bene una volta sola.


Il progetto che ti rappresenta di più? Difficile sceglierne uno, ma direi la Spa privata a Montignoso. Era un progetto piccolo, ma molto preciso. Abbiamo lavorato su luci, materiali e proporzioni con grande cura. È stato come progettare un luogo segreto, intimo, immersivo. Un vero spazio di benessere.


Cosa ti ispira ogni giorno? Le persone. Ogni cliente ci porta una storia, un’esigenza, un sogno. Il nostro lavoro è tradurli in spazi. E poi il confronto continuo con il nostro team: è lì che nascono le idee migliori.


Una cosa che non può mancare in una casa ben progettata? La luce naturale. È la prima cosa che guardo in un sopralluogo e l’ultima che voglio valorizzare in un progetto. Senza luce, nessun materiale o arredamento può funzionare davvero.


Una frase che descrive il tuo lavoro? “Disegnare spazi che migliorano la vita di chi li abita.” È ambizioso, ma è ciò che cerchiamo di fare ogni giorno.

 
 
 

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